Dalle domeniche senz’auto alle città senz’auto. Il 4 maggio inizia l’epoca della MOBILITA’ NUOVA, non perdere l’appuntamento con il cambiamento
Prima dalle pagine di Repubblica, poi da quelle del Corriere, nel volgere di poche settimane figure storiche dell’ambientalismo milanese sono scese in campo per criticare quella cosa piccola e innocua di Milano che sono le domeniche senz’auto. Ci sono voluti quindici anni per far passare l’idea che bloccare il traffico per qualche ora, in modo programmato come le feste del calendario, potesse essere un’occasione di riscoperta della bellezza di città … e adesso, secondo loro, è già ora di fare dietro-front, abbiamo scherzato, ci sono troppi disagi, ci vuole ben altro. Il dubbio è che costoro siano in realtà degli ambasciatori inviati a tastare il polso dai salotti bene che sostengono l’amministrazione Pisapia giustamente preoccupata per le troppe spese, considerato che le domeniche senz’auto costano, come impegno straordinario richiesto all’azienda di trasporto pubblico, ben 2 milioni di euro all’anno. Preferiremmo, se questo è il vero problema, che ci venisse detto con chiarezza e lealtà, e allora potremmo ragionare su come rendere più efficace, sul piano dei costi, un’iniziativa che i milanesi comunque gradiscono. E non solo i milanesi del centro, ma anche quelli delle periferie, che per qualche domenica all’anno si ritrovano un servizio di mobilità collettiva che funziona come in una città normale: perchè la domenica a Milano, se abiti fuori dal centro, sui mezzi pubblici non fai affidamento visto che i tempi di attesa dell’autobus o del metrò sono tali da rendere competitiva la velocità da pedone. Ma tutto ciò, polemiche gratuite incluse, è già passato, puzza di vecchio e di gas di scarico. Fa parte di un’idea di mobilità vecchia, quella per cui bisogna difendere la fort Alamo dei pochi spazi sottratti all’invadenza pervasiva delle automobili, che si tratti dei marciapiedi abusati come parcheggi o delle poche isole pedonali, dell’area C o, appunto, delle domeniche senz’auto. Quella per cui l’automobile privata, il più costoso feticcio delle famiglie italiane, perfino più costoso della casa o dell’alimentazione, è in cima alla scala dei valori, perchè da lì si munge fiscalità, si fa il profitto dei petrolieri, dei concessionari autostradali e dei costruttori di grandi infrastrutture, si evita la fatica di comporre un sistema intelligente di mobilità, perchè ci pensa il fai da te che rende l’Italia il Paese più motorizzato (e di conseguenza inquinato) d’Europa. Basta. Cominciamo dalle città, cominciamo da quel simbolo che è Milano, per riprenderci lo spazio che ci compete come pedoni, come ciclisti, come utenti del trasporto pubblico. Come uomini e come donne. Non è una battaglia di resistenza, ma l’inizio di un’offensiva, che anticipa un cambiamento necessario e non più rinviabile. Lo chiamiamo Mobilità Nuova, è la mobilità che ricolloca l’auto privata e privilegia la rete: la rete delle relazioni di prossimità che l’automobile ha sotterrato, la rete dei servizi di mobilità collettiva, meno lottizzata e molto più efficiente, la rete delle infrastrutture di telecomunicazione, che permette di accedere in modo innovativo all’universo dei servizi di mobilità, dall’auto condivisa ai servizi di corrispondenza e di intermodalità. – PER MANDARE UN MESSAGGIO AL NUOVO GOVERNO E ALLE BANCHE: L’AUSTERITA’ FATELA SUI FINANZIAMENTI ALLE AUTOSTRADE INUTILI, NON SULLE FAMIGLIE, SULL’AMBIENTE, SULL’INNOVAZIONE E SUI SERVIZI COLLETTIVI Sabato 4 maggio, ore 14.30, Piazza Duca D’Aosta (Stazione Centrale), E per chi vuole sapere come funzionerà la #MobilitàNuova: COME SONO CAMBIATE LE CITTA’? SONO CAMBIATE VERAMENTE? VENT’ANNI DI ECOSISTEMA URBANO MILANO, 3 MAGGIO, SALA ALESSI DI PALAZZO MARINO Programma:
|